Danni da infiltrazioni provenienti dal lastrico solare in uso esclusivo: devono pagare tutti i condomini
La Corte di Cassazione con sentenza n. 18164 del 25 agosto 2014 ha stabilito che tutti i condomini sono tenuti a sopportare i costi per la riparazione del lastrico solare che, a causa della cattiva manutenzione, ha causato infiltrazioni nei singoli appartamenti.
Gli Ermellini hanno affermato che il lastrico solare dell'edificio svolge la funzione di copertura del fabbricato anche se appartiene in proprietà superficiaria o se è attribuito in uso ad uno dei condomini.
Pertanto tutti i condomini devono provvedere alla riparazione ovvero alla ricostruzione del lastrico solare in concorso con il proprietario superficiario o con il titolare del diritto di uso esclusivo.
Da ciò consegue che i danni cagionati all'appartamento sottostante per infiltrazioni provenienti dal lastrico, deteriorato per difetto di manutenzione, rispondono tutti i condomini, secondo le proporzioni di cui all'art. 1126 c.c.
Fondo patrimoniale sempre a rischio per i debiti familiari
La Corte di Cassazione con sentenza n. 18248 del 26 agosto 2014 ha stabilito che, se il credito del terzo è maturato per soddisfare i bisogni della famiglia, l'esecuzione sul fondo patrimoniale è sempre legittima senza che sia necessario indagare se sia sorto prima il credito o il fondo.
La Suprema Corte ha, infatti, chiarito che: "Ciò che rileva a fondare l'ordinaria assoggettabilità del bene, oggetto di fondo patrimoniale, ad espropriazione è l'intrinseca circolazione tra il credito azionato e la destinazione del primo”.
E' quindi ininfluente il momento in cui è sorto il credito rispetto alla costituzione del fondo patrimoniale, posto che ciò che rende sempre legittima l'esecuzione su di un diritto reale oggetto di quel fondo è la circostanza che il credito inerisca ai bisogni della famiglia.
Il venditore si libera consegnando il bene al vettore
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 16961 del 24 luglio 2014 ha affrontato il tema della vendita di cosa da trasportare nell'ambito di una controversia concernente il danneggiamento di un macchinario industriale durante il trasporto.
La Suprema Corte ha affermato che, ai sensi dell'art. 1510, comma 2, c.c., nella vendita di una cosa da trasportare da un luogo all'altro deve considerarsi quale ipotesi normale quella della vendita con spedizione, mentre è necessario un apposito patto contrario (da provarsi con elementi precisi ed univoci) perché possa ritenersi conclusa una vendita con consegna all'arrivo.
Per il venditore è quindi sufficiente consegnare il bene al vettore per liberarsi dalla responsabilità relativa alla consegna del bene.
Licenziamento legittimo anche se il motivo della sanzione non è previsto dal codice disciplinare aziendale
La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza n. 1381 del 17 luglio 2014, Sezione Lavoro, ha affrontato il caso del dipendente di un'azienda che aveva gravemente insultato un altro dipendente ed era poi stato licenziato. L'autore dell'insulto aveva impugnato il licenziamento lamentando che il motivo della sanzione non era previsto dal codice disciplinare aziendale. La Suprema Corte ha dato ragione alla parte datoriale, affermando che in ambito di sanzioni espulsive sussiste la necessità della previsione del codice disciplinare per le sole condotte che in relazione alla peculiarità dell'attività o dell'organizzazione dell'impresa possano integrare ipotesi di giusta causa o giustificato motivo oggettivo.
Qualora invece le violazioni commesse sono avvertite dalla coscienza sociale quale minimo etico, quale il fatto di inveire violentemente contro un collega di lavoro, fornire informazioni denigratorie sul suo operato e non osservare le direttive di lavoro, non è richiesta la specifica inclusione di tali violazioni nel codice disciplinare previsto dall'art. 7 legge n. 300/1970.
La malattia non sospende la maturazione delle ferie
La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza n. 17177 del 29 luglio 2014 è intervenuta sul tema delle ferie dei lavoratori affermando che il diritto del lavoratore alle ferie annuali, tutelato dall'art. 36 della Costituzione, è ricollegabile non solo ad una funzione di corrispettivo dell'attività lavorativa, ma altresì al soddisfacimento di esigenze psicologiche fondamentali del lavoratore, il quale, mediante le ferie, può partecipare più incisivamente alla vita familiare e sociale e può vedersi tutelato il proprio diritto alla salute nell'interesse dello stesso datore di lavoro.
Pertanto, la maturazione di tale diritto non può essere impedita dalla sospensione del rapporto per malattia del lavoratore e la stessa autonomia privata, nella determinazione della durata delle ferie ex art. 2109 c.c., trova un limite insuperabile nella necessità di parificare ai periodi di servizio quelli di assenza del lavoratore per malattia.
L'occultamento o la dissimulazione dell'attivo determina la revoca del concordato preventivo
La Corte di Cassazione con sentenza n. 14552 del 26 giugno 2014 ha affermato che l'occultamento ovvero la dissimulazione dell'attivo da parte di una società determina sempre la revoca dell'ammissione dal concordato preventivo.
Secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte, non rileva, ai fini della revoca della domanda di concordato preventivo, il fatto che l'inganno ai danni dei creditori si sia effettivamente realizzato e che questi abbiano votato sulla base di una falsa rappresentazione. Al contrario, ciò che rileva è il comportamento fraudolento del debitore e non la consumazione della frode.
Limiti di velocità: è necessario ripetere il cartello impositivo del limite dopo ogni intersezione
La Corte di Cassazione con sentenza n. 11018 del 20 maggio 2014 ha affermato che se il segnale indicante il limite di velocità non viene ripetuto dopo ogni intersezione stradale, dall'intersezione in poi vale il limite di velocità ordinario previsto per il tipo di strada.
La decisione degli Ermellini si fonda sull'articolo 104 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada, il quale, al comma 2, dispone che lungo il tratto stradale interessato da una prescrizione i segnali di divieto e di obbligo, nonché quelli di diritto di precedenza, devono essere ripetuti dopo ogni intersezione.
Da quanto sopra discende che, in caso di mancata ripetizione dopo un'intersezione del segnale impositivo del limite di velocità inferiore a quello previsto per legge, "rivive” il limite di velocità maggiore previsto dalla legge, per il tratto di strada successivo all'intersezione stessa.